Possibile caso in Vaticano con posizioni ben distinte tra i vertici: cosa succede tra Papa Leone XIV, Pierbattista Pizzaballa e Pietro Parolin.
Anche il Vaticano è sceso in campo a seguito della guerra nella Striscia di Gaza. Nei giorni scorsi, infatti, è andata in scena una telefonata importante tra Papa Leone XIV e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il colloquio, avvenuto nella residenza di Castel Gandolfo, ha fatto seguito al tragico attacco militare israeliano che ha colpito la chiesa cattolica della Sacra Famiglia. Sul tema, e in generale sulla posizione della Chiesa, però, ci sarebbe qualche frizione come confermato dalle recenti dichiarazioni anche di Pierbattista Pizzaballa e soprattutto quelle di Pietro Parolin.

Gaza: le posizioni di Papa Leone XIV e Pizzaballa
Negli ultimi giorni, anche la Chiesa è stata coinvolta nel conflitto che riguarda Gaza con il noto attacco che ha visto coinvolta la chiesa cattolica della Sacra Famiglia. Una vicenda che ha portato il Vaticano ad esprimersi con posizioni particolari e contrastanti tra loro. Nello specifico, come sottolineato da Libero, si parlerebbe di “uno strano incidente diplomatico tutto interno al Vaticano” che “sembra suggerire l’esistenza di due linee contrapposte della Santa Sede sul Medio Oriente”.
Nel dettaglio si confrontano le parole di Papa Leone che ha suggerito “l’urgenza di proteggere i luoghi di culto e soprattutto i fedeli e tutte le persone in Palestina e Israele” e quelle di Pizzaballa rilasciate al Corriere della Sera secondo cui “la Chiesa non è un ‘target’” degli attacchi di Israele.
Giallo in Vaticano: la posizione di Pietro Parolin
Le due posizioni prima citate sarebbero ben distanti da quella più forte e decisa di Pietro Parolin. Infatti, il segretario di Stato vaticano, al Tg2Post non ha fatto giri di parole lanciando dei sospetti sull’attacco israeliano alla Chiesa della Sacra Famiglia. Il cardinale ha spiegato come quanto accaduto faccia “dubitare” quantomeno che il raid non sia stato determinato da “una volontà di colpire direttamente una chiesa cristiana, sapendo quanto i cristiani sono un elemento di moderazione proprio all’interno del quadro del Medio Oriente e anche nei rapporti tra palestinesi ed ebrei”.
Alla luce delle parole dei tre rappresentati della Chiesa, il dubbio che in Vaticano possa esserci almeno un pizzico di caos esiste. Chi avrà ragione? Il Pontefice e il suo rappresentante in Terrasanta che attendono la conclusione dell’inchiesta sull’incidente avvenuto nella Chiesa della Sacra Famiglia o il Segretario di Stato che è sembrato più diretto nel dubitare della buona fede di Israele?